Trattamento delle lesioni meniscali



Operare… non operare… abradere… suturare?

Sono queste le domande più frequenti che il medico ed il suo paziente si pongono in seguito ad una lesione meniscale


Trattamento conservativo

Il trattamento iniziale delle lesioni meniscali segue il classico protocollo R.I.C.E 

  1. Riposo (ed ev. immobilizzazione)

  2. Ice (ghiaccio: 20 min. di applicazione e 3 o 4 ore di riposo, a ripetere, con un po’ di sottile tessuto a proteggere la cute, per 2 o 3 giorni, fino a quando il dolore non è significativamente diminuito)

  3. Compressione (con benda elastica)

  4. Elevazione (sollevare la gamba colpita con un supporto, per metterla in scarico e consentire un più rapido drenaggio linfatico.

    Eventualmente, soltanto sotto consiglio medico, si possono assumere degli antinfiammatori non steroidei per tenere sotto controllo il dolore.

    Se il soggetto è giovane, particolarmente fortunato e se il ginocchio è stabile e non vi sono segni di blocco articolare, il trattamento conservativo potrebbe essere sufficiente per una guarigione completa del menisco lesionato.

    Nel caso invece, all'interno dell'articolazione sia presente un frammento di menisco mobile che causa un blocco articolare, l'intervento di asportazione chirurgica è assolutamente necessario.

    Le lesioni di tipo degenerativo, che avvengono cioè senza un evento traumatico significativo, necessitano invece di un periodo di attesa. Grazie ai movimenti può infatti accadere che queste sfrangiature meniscali si smussino facendo scomparire il dolore. E' quindi importante che il paziente si armi di buona pazienza sopportando per qualche mese il fastidio ed il dolore locale.

    Eccezione: se il menisco si rompe, ma il frammento non si interpone tra i capi articolari, quando l'idrartro si riassorbe o viene aspirato con una siringa, il ginocchio si comporta da articolazione sana (pseudo guarigione).

    La sintomatologia torna a manifestarsi improvvisamente se, per un movimento anche banale, il lembo di menisco rotto viene nuovamente ad interporsi tra condilo femorale e piatto tibiale (fare le scale, camminare su terreno sconnesso ecc.). I sintomi classici della lesione meniscale si ripresenteranno ed il paziente tornerà dal medico lamentando dolore, idrartro e limitazione funzionale.

    Utili la fisioterapia: Laserterapia, Ultrasuoni-Crio, Magnetoterapia  etc., ma soprattutto Elettrostimolazioni (per mantenere il tono-trofismo muscolare) associate ad esercizi specifici, ma anche Tecarterapia come attività pre-intervento.


    Trattamento chirurgico

    Oggi la chirurgia artroscopica ha completamente sostituito le vecchie tecniche e, se la lesione lo rende possibile, tende a non rimuove ma suturare la parte di menisco danneggiata; oppure a smussare la lesione.

    Numerose pubblicazioni hanno infatti dimostrato senza ombra di dubbio che conservare quanta più parte possibile dei menischi, protegge la cartilagine articolare da processi degenerativi precoci.

    Ricerche quantitative hanno addirittura dimostrato una correlazione direttamente proporzionale tra artrosi precoce e porzione di menisco asportata. Ancora più in particolare, alcuni studi hanno dimostrato che ogni anno successivo all'intervento di asportazione totale dei menischi porta alla perdita del 6,5% del volume cartilagineo totale. Per questo motivo l’ev. asportazione deve essere comunque quanto più selettiva possibile risparmiando la parte di menisco rimasta integra.

    Il trattamento chirurgico ha la possibilità di:

    • Suturare la lesione meniscale, favorendo la cicatrizzazione e la rigenerazione spontanea. (Non è sempre praticabile, soprattutto nelle lesioni centrali del corpo del menisco, poco vascolarizzate).

    • Asportare esclusivamente la parte di menisco lesionato (meniscectomia selettiva).

    • Asportare completamente il menisco lesionato (meniscectomia totale)

    La sutura comporta tuttavia tempi di recupero piuttosto lunghi ed obbliga il soggetto a quattro settimane di stampelle e ad alcuni mesi di riabilitazione prima di riprendere l'attività fisica. Si tratta in ogni caso di un investimento a lungo termine, dato che la sutura meniscale, se indicata e ben eseguita, riduce notevolmente il rischio di degenerazioni cartilaginee a lungo termine.

    Una volta stabilita la necessità dell'intervento, grazie all'artroscopia il chirurgo potrà vedere lo stato di salute dei menischi, rimuovendo il pezzo di menisco lesionato attraverso piccoli strumenti.



    Preparazione all’intervento chirurgico

    Per garantire una ripresa più veloce dopo l'operazione è fondamentale che i pazienti in attesa di intervento chirurgico siano guidati ad esercitare quotidianamente la muscolatura della parte anteriore della coscia.

    Solo a titolo di esempio, e non volendo sostituirsi al Fisiatra, che conoscendo bene il caso potrà stabilire le terapie più adeguate e dosarle di conseguenza, elenchiamo i due esercizi principali per i muscoli anteriori della coscia:




    1. Contrazioni isometriche del quadricipite: seduti su un piano rigido, con la gamba infortunata distesa ed aderente al piano, l'altra con il ginocchio flesso: Spingere verso il piano il ginocchio infortunato contraendo il quadricipite come se si volesse sollevare la gamba irrigidita. Mantenere per 15 secondi, rilassarsi per altri 15 e ripetere a serie di 3.
    2. Estensioni dell'arto inferiore: Nella stessa posizione precedente, contrarre i muscoli del quadricipite per sollevare l'arto infortunato di 20 cm mantenendolo il ginocchio completamente esteso. Mantenere la posizione per 15 secondi, , rilassarsi per altri 15 e ripetere a serie di 3.
         
     

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